Nei miti celtici e medioevali vi è sempre un ponte a fare da passaggio tra il mondo reale e un altro Mondo, a volte infero, sempre fantastico e sovrannaturale; ed in effetti i Sibillini qualcosa di sovrannaturale (e non di selvaggio!) lo conservano tuttora. Aspri, impervi, raggiungibili solo da strade dagli infiniti tornanti e dalla guida faticosa, sono da sempre il rifugio delle culture emarginate: le Sibille pagane, i Fraticelli, i seguaci di Ildegarda di Bingen, Santa Dottore della Chiesa, ma sempre in bilico su eresie alchemiche ed astrologiche che due secoli dopo avrebbe portato sul rogo Francesco Stabili, il Cecco d’Ascoli assiduo frequentatore dei Libri del Comando e del Lago di Pilato. L’ inaccessibilità di questi monti, la loro bellezza misterica, la ricchezza della loro biodiversità, dovuta a fasce altitudinali dalle caratteristiche uniche, ha permesso la formazione, la conservazione e la trasmissione di questi saperi marginali, antichi e non contaminati. Biodiversità e saperi, quando detenuti da uomini e donne di talento, sono state le imprescindibili premesse per la nascita e lo sviluppo di imprese di sorprendente successo come la Distilleria Varnelli