sulla fede cattolica Dei Filius, cap. Apost. S. AGOSTINO, De Gen. ad litt., 2, 9, 20: PL 34, 270-271; CSEL 28, 1, 46-47, e Epist. Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta [25], per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede. Mt 28,20) e inviò loro lo Spirito consolatore, il quale doveva introdurli nella pienezza della verità (cfr. Il Signore Gesù, infatti, assisté i suoi apostoli come aveva promesso (cfr. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. In tal modo dunque, con la lettura e lo studio dei sacri libri « la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata» (2 Ts 3,1), e il tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più il cuore degli uomini. 1 Tm 6,14 e Tt 2,13). Gv 1,14). Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. 12, a. Albert Schweitzer nacque a Kaysersberg, in quella zona dell'Alsazia meridionale appartenente al dipartimento dell'Alto Reno (territorio francese prima del 1871 e dopo il 1919), il 14 gennaio 1875.Suo padre, Ludwig Schweitzer, era un pastore luterano a Gunsbach, un piccolo villaggio alsaziano in cui crebbe il giovane Albert.Sua cugina era Anne-Marie Schweitzer, futura madre di … I, Cost. Gal 4,4), il Verbo si fece carne ed abitò tra noi pieno di grazia e di verità (cfr. S. CIRILLO DI GERUS., Catech., 4,35: PG 33, 497, TEODORO DI MOPS., In Soph., I, 4-6: PG 66, 452D-453A. 2, C. - CONC. cath., nota 9: Coll. S. AGOSTINO, De Civ. Gn 12,2); dopo i patriarchi ammaestrò questo popolo per mezzo di Mosè e dei profeti, affinché lo riconoscesse come il solo Dio vivo e vero, Padre provvido e giusto giudice, e stesse in attesa del Salvatore promesso, preparando in tal modo lungo i secoli la via all'Evangelo. Gv 12,32 gr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. 2: Dz 1787 (3006) [Collantes 2.015]. Nato in Savoia nel 1567 da famiglia nobile fu avviato alla carriera di avvocato ma scoprì la vocazione al sacerdozio e venne ordinato nel 1593. Nel nuovo Testamento il timore di Dio è spesso messo in relazione con la fede, ad esempio quando Gesù dopo aver sedato la tempesta, chiede ai suoi discepoli: Perché siete così paurosi? PONT. 12. Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi dello spirito e dia « a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità » [5]. Mosè chiamato da una voce proveniente da un roveto che bruciava senza consumarsi, riconosce la chiamata di Dio e subito risponde. 1: Dz 336 (650-52). I, Cost. Come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall'accresciuta venerazione per la parola di Dio, che «permane in eterno» (Is 40,8; cfr. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Parimenti il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere « la sublime scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. 1943: EB 569. in Is., Prol. ad Diognetum, 7,4: FUNK, Patres Apostolici, I, p. 403. S. IRENEO, Adv. Quando infatti venne la pienezza dei tempi (cfr. PIO XII, Encicl. [35] Cf. È compito degli esegeti contribuire, seguendo queste norme, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinché mediante i loro studi, in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa. Dio è quindi giudice delle azioni dell'uomo, ma non come un funzionario che cerca di cogliere qualcuno in fallo, ma come un padre che desidera il vero bene del figlio. 5. sulla fede cattolica Dei Filius, cap. COMM. Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana [22], l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole. VAT. [4] CONC. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 25 gen 2021 alle 15:49. Preparazione della Rivelazione evangelica. DI NICEA II: DZ 303 (602). CONC. 1923: EB 499. CONC. Gv 16,13). 17. La parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza di chiunque crede (cfr. Si raccomanda la lettura della sacra Scrittura. 7: Dz 180 (377) [Collantes 8.035]; CONC. Il regno dei cieli (in greco: ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν, he basileia tōn ouranōn) oppure il regno di Dio (in greco: ἡ βασιλεία τοῦ Θεοῦ, he basileia tou Theou) è un concetto chiave del cristianesimo basato su un'espressione attribuita a Gesù e riportata nei Vangeli.. A volte è indicato anche come regno di Cristo o, più semplicemente, il Regno. CONC. 26. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo un tutto e tendono allo stesso fine. È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto. Il timore di Dio per il credente non è avere paura di Dio, ma rispetto di Dio. Lc 24,44; Gv 5,39; 1 Pt 1,10) e a significare con diverse figure (cfr. Come è scritto in Deuteronomio nella Parashah di Shofetim, anche il Mashiach teme Dio: 17.19-20. [7] CONC. I, Cost. IV, Sess. 25. [27] S. GIOVANNI CRISOSTOMO, In Gen. 3,8 (om. Importanza del Vecchio Testamento per i cristiani. E gli autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte che erano tramandate a voce o già per iscritto, redigendo un riassunto di altre, o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere [34]. - Cf. LA SACRA SCRITTURA NELLA VITA DELLA CHIESA, Importanza della sacra Scrittura per la Chiesa. [AR - BE - CS - DE - EN - ES - FR - IT - HE - HU - LA - PT - SW - ZH], PAOLO VESCOVO SERVO DEI SERVI DI DIO UNITAMENTE AI PADRI DEL SACRO CONCILIO A PERPETUA MEMORIA, COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA DIVINA RIVELAZIONE DEI VERBUM. 3. Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. VAT. 14. [33] Cf. Il quale magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio. dogm. Poiché, anche se Cristo ha fondato la Nuova Alleanza nel sangue suo (cfr. Instructio de S. Scriptura in Clericorum Seminariis et Religiosorum Collegiis recte docenda. CONC. VAT. Infatti la sacra Scrittura è parola di Dio in quanto consegnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino; quanto alla sacra Tradizione, essa trasmette integralmente la parola di Dio - affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli apostoli - ai loro successori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano; ne risulta così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura e che di conseguenza l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza [13]. [26] Cf. dogm. Dopo la loro caduta, con la promessa della redenzione, li risollevò alla speranza della salvezza (cfr. Il timore di Dio è l'atteggiamento secondo cui il fedele vive costantemente considerandosi sotto lo sguardo del Signore, preoccupato di piacere più a lui che agli uomini. Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture [21]. S. AGOSTINO, De catechizandis rudibus, 4,8: PL 40, 316. Rm 2,6-7). Tra essi il più semplice è quello per le punizioni, come l'amore per i meriti acquisiti; poi quello secondo la coscienza della superiore Volontà divina che tutto controlla e governa; infine quello legato all'amore incondizionato dinanzi alla Grandezza divina. 19. [2]. CONC. [38] S. AGOSTINO, Serm. 2: Dz 1787 (3006). Le parole di Dio infatti, espresse con lingue umane, si son fatte simili al parlare dell'uomo, come già il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile all'uomo. Divino afflante: EB 544. Ma questo mistero non fu palesato alle altre generazioni, come adesso è stato svelato ai santi apostoli suoi e ai profeti nello Spirito Santo (cfr. Es 24,8), egli si rivelò, in parole e in atti, al popolo che così s'era acquistato come l'unico Dio vivo e vero, in modo tale che Israele sperimentasse quale fosse il piano di Dio con gli uomini e, parlando Dio stesso per bocca dei profeti, lo comprendesse con sempre maggiore profondità e chiarezza e lo facesse conoscere con maggiore ampiezza alle genti (cfr. 17,1): PG 53,134. 10. Il Regno di Sicilia fu uno Stato sovrano esistito dal 1130 al 1816, ovvero fino all'istituzione del Regno delle Due Sicilie.. Costituito nel 1130, con Ruggero II d'Altavilla (fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia e Calabria) e durato fino all'inizio del XIX secolo, la sua sovranità fu assicurata dall'assai longevo Parlamento con sede a Palermo. La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa; nell'adesione ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera assiduamente nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle orazioni (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). DI ORANGE II, can. Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo [12]: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Christ., III, 18, 26: PL 34, 75-76; CSEL 80, 95. Giovanni - Capitolo 1 PROLOGO [1] In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. [39] S. GIROLAMO, Comm. Così la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio. [1] Dio è quindi giudice delle azioni dell'uomo, ma non come un funzionario che cerca di cogliere qualcuno in fallo, ma come un padre che desidera il vero bene del figlio. [11] Cf. [6] CONC. 20. Quanto, infatti, è stato qui detto sul modo di interpretare la Scrittura, è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di conservare e interpretare la parola di Dio [26]. ), lui che solo ha parole di vita eterna (cfr. Pertanto la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva esser conservata con una successione ininterrotta fino alla fine dei tempi. Se, per una ragione di opportunità e col consenso dell'autorità della Chiesa, queste saranno fatte in collaborazione con i fratelli separati, potranno essere usate da tutti i cristiani. [34] Cf. COMM. [2] Cf. Di ciò abbiamo particolarmente bisogno nel nostro tempo, in cui molte cose su cui si fa affidamento per costruire la vita, su cui si è tentati di riporre la propria speranza, rivelano il loro carattere effimero. Dei, XVII, 6, 2: PL 41, 537; CSEL 40, 2,228. Così Dio, il quale ha parlato in passato non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cfr. Divino afflante Spiritu, 30 sett. Affinché poi l' intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni. L'ISPIRAZIONE DIVINA E L'INTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA. 21. [36] Cf. Providentissimus Deus, 18 nov. 1893: Dz 1952 (3293); EB 556 [Collantes 2.028-30]. La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra dell'uno e dell'altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com'egli è (cfr. La parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza di chiunque crede (cfr. Haer., III, 3, 1: PG 7, 848; HARVEY, 2, p. 9. Gv 6,68). S. AGOSTINO, De Doctr. Istruzione Sancta Mater Ecclesia emanata dal Pontificio Consiglio per la promozione degli Studi Biblici: AAS 56 (1964) p. 715. Anche Avraham venne benedetto e trovò grazia dinanzi a Dio per il timore vissuto soprattutto nella prova del sacrificio di Isacco suo figlio, anch'egli esempio del timore di Dio. Gn 15,18), e per mezzo di Mosè col popolo d'Israele (cfr. - PIO XII, Encicl. 1 Ts 2,13). 22 dic. Nella Qabbalah la Sefirah legata al timore è Ghevurah, appunto rappresentata dall'ebreo Isacco. [40] S. AMBROGIO, De officiis ministrorum, I, 20, 88: PL 16, 50. VAT. Lc 1,2-4) degli insegnamenti che abbiamo ricevuto. I, l.c. Spesso il timore è alimentato dal rischio di non mantenere il legame con Dio o diminuirne la qualità.Ancora nel Sefer haZohar viene confermato il legame tra il timore del peccato e di Dio e la Simchah: ...poiché è felice colui che vive nel timore. ), affinché predicassero l'Evangelo, suscitassero la fede in Gesù Cristo Signore e radunassero la Chiesa. 2: Dz 1786 (3005) [Collantes 1.063]. L'economia del Vecchio Testamento era soprattutto ordinata a preparare, ad annunziare profeticamente (cfr. È necessario adunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso [23]. Gli esegeti cattolici poi, e gli altri cultori di sacra teologia, collaborando insieme con zelo, si adoperino affinché, sotto la vigilanza del sacro magistero, studino e spieghino con gli opportuni sussidi le divine Lettere, in modo che il più gran numero possibile di ministri della divina parola siano in grado di offrire con frutto al popolo di Dio l'alimento delle Scritture, che illumina la mente, corrobora le volontà e accende i cuori degli uomini all'amore di Dio [35]. Secondo l'insegnamento che afferma che lo stolto non ha timore del peccato anche il timore del peccato è un'ulteriore prova della fede in Dio che permette di assumere il comportamento più consono alle prescrizioni della Torah, sia etiche che pratiche: senza sapienza non c'è timore. Inoltre, siano preparate edizioni della sacra Scrittura fornite di idonee annotazioni, ad uso anche dei non cristiani e adattate alla loro situazione; sia i pastori d'anime, sia i cristiani di qualsiasi stato avranno cura di diffonderle con zelo e prudenza. LEONE XIII, Encicl. 1 Cor 10,11) l'avvento di Cristo redentore dell'universo e del regno messianico. Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I, intende proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l'annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami [1] . 24. Dio non si è ancora stancato di noi Dopo aver salutato Matteo che ci ha accompagnato per tutto lo scorso anno liturgico, la Chiesa ci invita a iniziare un nuovo cammino in compagnia dell'evangelista Marco. Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura, sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi, che con l'approvazione e a cura dei pastori della Chiesa, lodevolmente oggi si diffondono ovunque. - S. TOMMASO, De Ver., q. I, Cost. Inoltre proprio dall'insegnamento di Gesù, che ha insegnato ai suoi discepoli ad identificare Dio come un padre misericordioso, il timore di Dio è più chiaramente il timore di rompere una relazione di amore, piuttosto che la punizione per non aver obbedito a certe prescrizioni. Alcuni maestri hanno asserito che l'uomo che teme il proprio prossimo, "portandogli" così rispetto che non mancherebbe anche senza, dovrebbe soffermarsi maggiormente e con attenzione sul timore che deve essere rivolto a Dio ed imparare dal primo per il secondo. Quindi i cristiani devono ricevere con devozione questi libri: in essi si esprime un vivo senso di Dio; in essi sono racchiusi sublimi insegnamenti su Dio, una sapienza salutare per la vita dell'uomo e mirabili tesori di preghiere; in essi infine è nascosto il mistero della nostra salvezza. Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come «uomo agli uomini » [3], « parla le parole di Dio » (Gv 3,34) e porta a compimento l'opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Gv 2,22; 12,6; da confr. Elevato da terra, attira tutti a sé (cfr. Gv 1,3), offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé (cfr. S. AGOSTINO, Quaest. Benché terribile nel Suo abominio, il nemico di Dio e dell’uomo non deve fare paura, perché il giusto sa bene di chi è figlio. Gv 5,36; 17,4). sulla fede cattolica Dei Filius, cap. Si ricordino però che la lettura della sacra Scrittura dev'essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l'uomo; poiché «quando preghiamo, parliamo con lui; lui ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini » [40]. L'economia cristiana dunque, in quanto è l'Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun'altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. Infatti, ciò che gli apostoli per mandato di Cristo predicarono, in seguito, per ispirazione dello Spirito Santo, fu dagli stessi e da uomini della loro cerchia tramandato in scritti che sono il fondamento della fede, cioè l'Evangelo quadriforme secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni [31]. [1] Il pino nella tradizione cristiana è simbolo dell'elevazione a Dio, oltre che pianta funebre. PIO XII, Encicl. [10] S. IRENEO, Adv. La Parola di Dio ci spinge a cambiare il nostro concetto di realismo: realista è chi riconosce nel Verbo di Dio il fondamento di tutto. 568-569: Dz 2314 (3886) [Collantes 7.203-04]. Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio « alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Mt 11,27; Gv 1,14.17; 14,6; 17,1-3; 2 Cor 3,16; 4,6; Ef 1,3-14. L'economia della salvezza preannunziata, narrata e spiegata dai sacri autori, si trova in qualità di vera parola di Dio nei libri del Vecchio Testamento; perciò questi libri divinamente ispirati conservano valore perenne: « Quanto fu scritto, lo è stato per nostro ammaestramento, affinché mediante quella pazienza e quel conforto che vengono dalle Scritture possiamo ottenere la speranza » (Rm 15,4). BENEDETTO XV, Encicl. 1920: EB 483. [9] Cf. 2: Dz 1788 (3007) [Collantes 2.016]. DI TRENTO, decr. Spiritus Paraclitus: EB 475-480. S. IRENEO, Adv. « L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo » [39]. De canonicis Scripturis: Dz 783 (1501) [Collantes 2.006]. Mt 28,19-20 e Mc 16,15. Gli apostoli poi, dopo l'Ascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e fatto, con quella più completa intelligenza delle cose, di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dallo Spirito di verità [32], godevano [33]. Il canone del Nuovo Testamento, oltre i quattro Vangeli, contiene anche le lettere di san Paolo ed altri scritti apostolici, composti per ispirazione dello Spirito Santo; questi scritti, per sapiente disposizione di Dio, confermano tutto ciò che riguarda Cristo Signore, spiegano ulteriormente la sua dottrina autentica, fanno conoscere la potenza salvifica dell'opera divina di Cristo, narrano gli inizi della Chiesa e la sua mirabile diffusione nel mondo e preannunziano la sua gloriosa consumazione. Lac. con 14,26; 16,12-13; 7,39. Perciò Cristo Signore, nel quale trova compimento tutta intera la Rivelazione di Dio altissimo, ordinò agli apostoli che l'Evangelo, prima promesso per mezzo dei profeti e da lui adempiuto e promulgato di persona venisse da loro predicato a tutti come la fonte di ogni verità salutare e di ogni regola morale [8], comunicando così ad essi i doni divini. [31] Cf. [19] In e per l’uomo: cf. Sì, questa è la via per cui la Parola di Dio si introduce per stabilirsi nel cuore dell'uomo. Infatti, mediante l'alleanza stretta con Abramo (cfr. BENEDETTO XV, Encicl. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. [21] Cf. È questa Tradizione che fa conoscere alla Chiesa l'intero canone dei libri sacri e nella Chiesa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse sacre Scritture. Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. De canonicis Scripturis: Dz 783 (1501) [Collantes 2.006]. ), in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si stabilisca tra pastori e fedeli una singolare unità di spirito [14]. Il timore di Dio è l'atteggiamento secondo cui il fedele vive costantemente considerandosi sotto lo sguardo del Signore, preoccupato di piacere più a lui che agli uomini. Per un sacco di ragazzi, la passione per la lettura è nata con il libro di "Harry Potter e la pietra filosofale". PIO XII, Encicl. 23. (Marco 4,40). [14] Cf. Riguarda inoltre il comportamento consono che, se tale alla presenza di un re in carne ed ossa, tanto più è di fronte a Dio. VII, 522. in Hept., 2, 73: PL 34, 623. Secondo la teologia cattolica è uno dei sette doni dello Spirito Santo[5]. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona». La sacra Tradizione dunque e la sacra Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. [13] Cf. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. (CCC, 328-336, 350-352, 391-395, 414). Il timore di Dio è la consapevolezza che Dio è sempre l'Iddio Altissimo l'antico di giorni, consapevolezza da cui deriva, per il credente, il dovere morale di onorare Dio con la propria condotta. S. GIROLAMO, In Gal. A Dio che rivela è dovuta « l'obbedienza della fede» (Rm 16,26; cfr. Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. 8. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa [17] per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità [18], affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo [19], scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte [20]. BIBLICA, Decr. Nel Sefer haBahir è paragonato alla luce celeste: «...Possa Dio illuminare i nostri occhi con la luce della Torah. Spirito Santo § Sette doni e nove frutti dello Spirito Santo, Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, domanda 389, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Timore_di_Dio&oldid=118222684, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Relazioni della Tradizione e della Scrittura con tutta la chiesa e con il magistero. DI COSTANT. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli ad attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. Col 3,16). CONC. È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime. 13. [29] Cf. Esempio di un uomo timoroso di Dio è Mosè, come evidente nell'episodio del roveto ardente (Esodo 3,1-6). VAT. Dio, con somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso a tutte le generazioni. [12] Cf. [18] Cf. [41] S. IRENEO, Adv. De canonicis Scripturis: Dz 783 (1501) [Collantes 2.006]. Esso è spesso anche stretto all'osservanza dei precetti ed alla loro accettazione nel giogo della Torah e del Regno celeste; nella spiritualità ebraica il timore di Dio è la capacità necessaria a vivere il rispetto, l'amore e l'ubbidienza dei comandamenti e delle Mizvot di Dio. 179, 1: PL 38, 966. I, Cost. 2: Dz 1785 e 1786 (3004 e 3005) [Collantes 1.061-63]. 5, 19-21: PL 26, 417A. Haer., III, 21, 3: PG 7, 950 (= 25,1: HARVEY, 2, p. 115). Providentissimus Deus: EB 114; BENEDETTO XV, Encicl. «il timore di Dio è/e[3] il principio della sapienza[4]». PIO XII, Cost. dogm. dogm. PIO XI, Encicl. La Chiesa ha sempre e in ogni luogo ritenuto e ritiene che i quattro Vangeli sono di origine apostolica. Divino afflante, 30 sett. In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo » (1 Gv 1,2-3). CONC. 495-505. Relazioni tra la Scrittura e la Tradizione. VAT. : PL 24, 17. 2 Ts 2,15), e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre [11]. 1. In tutto il Tanakh il timore di Dio è legato alla capacità del fedele di ascoltare le parole di Dio e di desiderare ciò che il Signore chiede. [3] Epist. CONC. Per questo motivo, la Chiesa fin dagli inizi fece sua l'antichissima traduzione greca del Vecchio Testamento detta dei Settanta, e ha sempre in onore le altre versioni orientali e le versioni latine, particolarmente quella che è detta Volgata. Eb 1,1 e 4,7 (in); 2 Sam 23,2; Mt 1,22 e passim (per); CONC. Il santo Concilio professa che « Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale dell'umana ragione a partire dalle cose create» (cfr. I, Cost. Poiché, però, la parola di Dio deve essere a disposizione di tutti in ogni tempo, la Chiesa cura con materna sollecitudine che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, di preferenza a partire dai testi originali dei sacri libri. BIBLICA, Instructio de S. Scriptura in Clericorum Seminariis et Religiosorum Collegiis recte docenda, 13 maggio 1950: AAS 42 (1950) pp. Per comprendere infatti in maniera esatta ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originali modi di sentire, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rapporti umani [24]. Come deve essere interpretata la sacra Scrittura. Providentissimus Deus: EB 121, 124, 126-127 [Dz 3291ss; Collantes 2.026ss]. [17] Cf. Lorenzo di Piero de' Medici, detto Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1º gennaio 1449 – Careggi, 8 aprile 1492), fu signore di Firenze dal 1469 alla morte, il terzo della dinastia dei Medici. Esiste una preghiera ebraica con cui si richiede a Dio di avere e timore "interno" e timore "esterno" di Lui. [2] La spada è la celebre Durendal (Durlindana), citata in seguito anche nei poemi epico-cavallereschi italiani; il corno è l'olifante. : Dz 1791 (3010) [Collantes 1.069]. [nota 5]: Dz 2294 (3829-3830); EB 557-562 [in parte Collantes 2.069-71]. PIO XII, l.c. 11. [1] Cf. PIO XII, Encicl. dogm. Diversamente dalla paura o dal timore delle persone, il timore di Dio, in ebraico יראת שמים (Shamaim può anche essere inteso come uno tra i Nomi di Dio nella Bibbia), riguarda l'onore e la consapevolezza della Magnificenza divina e del suo Giudizio. 2. Mt 5,17; Lc 24,27), che essi a loro volta illuminano e spiegano. VAT. Di tutto ciò gli scritti del Nuovo Testamento presentano una testimonianza perenne e divina.
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